Dal nulla all’eterno

“ L’essenza della cultura occidentale, affermando la nullità dell’uomo e delle cose, è la responsabile di ogni “ malattia “ della mente, ossia di ogni angoscia che l’uomo prova per la propria nullità e che costituisce il nucleo di ogni patologia psichica”. Questo è la posizione centrale del pensiero di Emanuele Severino attorno alla sofferenza umana, pensiero che da anni il nostro filosofo porta avanti con coerente testardaggine, anche facendo spesso isolate battaglie sia con i teologi cristiani che con il pensiero laico contemporaneo.
Nella sua ultima fatica letteraria non risparmia l’ardore polemico, mettendosi a confronto con filosofi, storici, teologi e persone di varia cultura e competenza, persone spesso semplicemente impegnate a dare un senso all’esistenza. Ne viene fuori uno spaccato importante della riflessione contemporanea attorno all’uomo e al senso della sua collocazione nel creato. Severino nega risolutamente che l’uomo ( come qualsiasi altra cosa) esca dal nulla e ritorni nel nulla. Anzi, vede in questa posizione filosofica che nega l’eternità di tutte le cose , propria di tutto il pensiero del mondo occidentale, dalla Grecia antica ai nostri giorni, la maggior contraddizione che la filosofia abbia mai espresso, regalando al “ divenire” la ricerca di ogni senso.
Ma è proprio il senso del divenire che espropria l’uomo di ogni certezza esistenziale e lo espone al pericolo del “ nulla “ in cui tornerà. Su questa base non risparmia la polemica nemmeno alla chiesa cattolica ( e a tutte le religioni che sostengono questa posizione), pensiero che realizza attraverso la volontà divina la nascita e la morte di tutte le cose. Per Severino le cose sono eterne, appaiono e scompaiono nella loro fenomenologia, non può esserci nessun dio che le crea e le distrugge.
La battaglia che Severino conduce tende a voler riportare la riflessione filosofica al centro di ogni scelta. La rinuncia dei filosofi ad occupare permanentemente questo centro, insieme alla rinuncia di porsi come ricercatrice di senso, ha consentito quello che il nostro autore chiama il dominio delle merci e della tecnica nel mondo contemporaneo.
Un aspetto che, mi pare, Severino ha lasciato in ombra è proprio il rapporto che la volontà di potenza dell’occidente ,attraverso le scelte economiche di potenziare la tecnica come strumento di dominio, è in grado di esprimere nei confronti dell’uomo e delle sue scelte.
Non una cosa di poco conto, quindi, non fosse altro perché nessun prodigio tecnico può ridare quella salute mentale che pure Severino rivendica possibile all’uomo.
Libro molto profondo, comunque, che invita a disfarsi di molti luoghi comuni e che consente all’autore di ripresentare la sua filosofia nella veste più nobile di messa in discussione di ogni certezza precostituita.

***** La legna e la cenere. Discussioni sul significato dell’esistenza****
di Emanuele Severino- Edit. Rizzoli 2000 pag. 245 £ 32.000

Lascia un commento