Appunti Carmen

Carmen è in terapia da oltre tre anni e alcuni mesi fa ha accettato di entrare anche nel gruppo terapeutico, otre a continuare le sedute individuali.

“Oggi va meglio. Non che mi senta molto equilibrata, però l’essere riuscita a stare in gruppo ieri mentre stavo male alla fine mi ha fatto bene. Solo fino a un po’ di tempo fa mi sarei messa a letto e non avrei voluto vedere nessuno fino a quando non mi sarei sentita meglio. Mi fa bene stare in gruppo, anche quando sto male. Non ho più voglia di stare da sola”.
“Quando si sente sola?”
“Quando mi isolo e non voglio vedere nessuno. Ho fatto così da sempre”.
Parla poi di una seri di altri episodi per ricordare come, da piccola, non sentendosi minimamente vista dalla madre (troppo giovane per occuparsi di lei, secondo Consuelo, aveva solo 20 anni) e con il padre assente (che conoscerà anni dopo in carcere), si nascondesse dietro il divano o sotto il tavolo per non sentirsi umiliata dal passare come trasparente agli occhi della madre.
“Si sente trasparente anche qui?”
“Anzi, mi sento vista anche troppo. Lei conosce di me più cose di quanto non ne conosca io”.
“Esagerata! Conosco solo le cose che mi dice”.
“No, non è vero. La vedo anche come agisce in gruppo, e come è attento a tutto quello che diciamo”.
“Beh, è il mio mestiere”.
“Ma lei sa sa cosa ci passa dentro, e ci incita ad andare avanti ad esplorare dentro di noi. Lei sa che c’è qualcosa che neanche io so… però, che bello scoprire il perché faccio le cose…
Annuisco col capo. Si raccoglie su se stessa sulla sedia e trascorre l’ultimo quarto d’ora in silenzio.

Altra seduta

“E’ come se una parte di me, quella che mi fa stare male, si fosse attenuata. Mi sento più resistente nella difficoltà, più forte. Per tanto tempo ho pensato di morire, a ogni contrarietà mi rifugiavo sotto le coperte e ci stavo finchè non mi sentivo meglio. Lei continua a dirmi che la forza sta nel pensare alla vita, non alla morte. Forse ha ragione lei, mi sento piena di paura, ma anche di energia. Crescendo con mia madre, che stava sempre sola e non mi sopportava, ho imparato a vivere in un mondo di fantasia. Ma adesso capisco i limiti di tutto questo fantasticare”.
“Le capita anche con me di fantasticare?”
“Quanto! Quando mi ascolta chiudendo gli occhi ho l’impressione che stia seguendo le mie parole come se fossero le note di una musica, mi emoziona vederla così concentrato”.

Altra seduta

“Capisco adesso come con il mio odio distrugga me stessa e gli altri. Non costruisco niente di buono nella vita”.

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