Sole di Palermo

SOLE DI PALERMO

Sono arrivato.
Un arrivo è sempre un arrivo.
Suona negli stagni
Sepolcrali delle stazioni
Vomita torrenti di rancore
Di amori e di anime.
Suonano come navi disabitate
Le chiacchiere
E gli alberi di licheni.

Sono arrivato.
Questo è tutto.
Bagnato di pianto naturale
Sono entrato nelle ruote dell’auto
Col buco nella tasca dei ricordi.
Il sole ha sconvolto
L’aria illuminata.
Non ho il biglietto
Per il bosco
Né per la pietra
Né per il tuono.

Sui tetti
Ci sono i topi
Che allungano
la tela del granaio.
Mi hanno salutato
Coi denti cariati
Dal veleno.
Il pranzo molecolare
Delle parole ha portato
Lungo ali sbarrate
Segmenti di caffè
Di uomo
Di mare.

Il sole di Palermo
Nasce dal notturno
Ondeggiare delle lapidi dell’anima
Arde fuochi astrali
Sale e maree di popolo.

Sole di Palermo
Sole del Sud
Così lontano cammina
Con passi di tigre
Cresce tra le foglie e il vento.
Tutto è rumore
Economia di penne.
Rotola nell’utero
Della terra
Piange con dita bruciate
Eterna
Inerte nenia
Nei cuori palpitanti.

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