Ritorno a Reims

Didier Eribon

Ritorno a Reims

Didier Eribon è un sociologo e filosofo francese che insegna alla facoltà di Filosofia e Scienze Umane e Sociali dell’università di Amiens.

In questo libro Eribon ripercorre il suo ritorno nella sua città natale, Reims. E parla del mondo che ha lasciato dietro di sé 30 anni prima per andare a vivere e studiare a Parigi.

È un testo particolarmente intimo, delicato, dove personaggi che appaiono nel saggio sono definiti tutti in modo più che realista.

Didier non esita a ripercorrere la sua formazione di vita e non solo quella. Dall’infanzia in una famiglia operaia molto povera, che ho fatto grandi sacrifici per poterlo far studiare, alla sua prima maturità a Parigi dove scopre quanto sia importante l’identità non solo culturale, di classe, ma anche quella sessuale, lui che scopre abbastanza precocemente la propria omosessualità.

Sono 215 pagine di riflessioni attente e accurate, sia sul percorso studentesco compiuto nella sua città natale sia alle varie opportunità che è riuscito a costruirsi nel soggiorno parigino.

La sua iniziale formazione trotzkista l’ho a portato abbastanza precocemente a sperimentare quanto la formazione di classe entrasse pesantemente in contrapposizione con la sua identità sessuale in via di definizione e di scelta consapevole.

Non è stato solo difficile convivere con le varie identità di classe sociale, intellettuale e sessuale in via di definizione, ma è stato giocoforza importante prendere consapevolezza che alcune di queste identità erano in contrapposizione sociale e ideale anche all’interno della sua famiglia di origine.

Sono state molte le rotture affettive che ha dovuto compiere per affermare la propria individualità. Alcune di queste perdurano ancora oggi, pur essendo passati oltre 30 anni dal suo allontanamento da Reims. Particolarmente doloroso e il ricordo della rottura dei rapporti col fratello, e Didier non nasconde le contraddizioni affettive e culturali che lo hanno portato a distanziarsi enormemente dalle sue origini.

Parla diffusamente di come una iniziale famiglia operaia che votava compattamente comunista, nel corso degli anni abbia spostato verso l’estrema destra lepeniana il proprio voto.

Ci sono riflessioni importanti su questi cambiamenti culturali che la classe operaia ha avuto in questi anni, contestando col voto all’estrema destra duramente la mancata protezione sociale del Partito Comunista odierno che ha rappresentato, secondo loro, nei confronti della classe operaia un mandato originario che l’attuale dirigenza ha rinnegato.

Il voto lepeniano rappresenta essenzialmente, secondo Eribon, una contestazione radicale nei confronti dei comunisti ufficiali che hanno tradito la loro appartenza di classe.

Non meno dolenti sono le riflessioni sulla sua formazione intellettuale, in un contesto culturale e studentesco in cui chi proviene dalle classi sociali ultime, come lui, viene indirizzato verso uno sbocco degli studi dove si rischia di non trovare lavoro nemmeno come insegnante.

Solo una serie di fortuite coincidenze lo porterà a conoscere intellettuali importanti e a iniziare casualmente un lavoro come giornalista e successivamente come scrittore.

Anche la formazione sessuale parigina e densa di riflessioni spesso amare. Incontri clandestini in ambienti particolari, anche squallidi, lo portano a constatare come alcune ideologie del ventesimo secolo entrino pesantemente in contrapposizione nella formazione della identità sessuale.

È solo da pochi anni che il movimento operaio sta cambiando una visione arcaica dei problemi dell’identità sessuale e di genere, dopo aver pesantemente penalizzato chi si trovava a sperimentarsi in un’identità nuova rispetto alla maggioranza della popolazione di classe.

È un libro importante di indagine sociologica e di filosofia critica , particolarmente efficace per chi vuole comprendere le scelte politiche della sinistra nel mondo contemporaneo e di come l’identità sessuale posso scontrarsi con altre parti delle proprie identità.

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