1985

1985

Addio, addio, anno purificatore.
Ci siamo amati fino in fondo.
Ora che la voce del silenzio
Chiama le chiavi perdute,
Scopro la bellezza della storia.
Sepolta la solitudine primaverile
L’estate ha portato nuovi pini silvani
Nella mia isola cibernetica.
Non ho amato di meno
Né di meno ho odiato.
A poco sono indifferente.
Esplorate le cateratte delle unghie
Ho visto tuoni veementi
Sorgere dalle dita.

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Imparai pure ad amare il pane
Conobbi quantità diverse di morti vivi
Vissi in lacerante agonia
I vagiti della prosperità.
L’inverno si mischiò all’autunno
Ritornando alle isole sacrali.
Addii senza solennità
Statue con templi
Sguardi di pietra con interno.
Tutte le mie morti
Furono scandite dall’eternità
Tranquilla dell’orizzonte,
Coabitai con strane specie
Di insetti estinti e farfalle da collezionista,
Incontrai una sorgente minerale
Dormii poco con sogni asessuati,
Fumai la pipa,
Bruciai nell’autopoiesi.

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Chiedo scusa se non me ne vado.
Vorrei vivere come mi pare.
E se un giorno mi trovate
Abbracciato a una fiaba
Rassegnatevi.
E’ la mia amante ideale.

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