Avremmo avuto un diverso esito come cittadini dell’età dell’umanesimo se in Italia invece della Controriforma del 1600 si fosse affermata la Riforma protestante che coinvolse il nord dell’Europa? Ermanno Rea ne è convinto e con tono tranquillo, e allo stesso tempo coinvolgente, racconta in maniera documentata e irreprensibile i fatti e i misfatti che il Sant’Ufficio vaticano ha compiuto nell’impedire che si levassero voci che ne mettessero in dubbio la visione ordinata e salvifica per le anime umane che la Chiesa cattolica si era data come missione nella terra. Il tutto, naturalmente, in nome di Dio.
Qual’ è stato il risultato di questo ossessivo tentativo di tacitare le anime dubbiose dei precetti vaticani? Rea sostiene che ne è venuta fuori la figura di un cittadino suddito e di una persona che invece di assumersi la responsabilità dei suoi atti chiede continuamente perdono per i propri misfatti, sapendo di trovare pronta accoglienza nel grembo della chiesa, pronta a perdonare tutti i peccati, soprattutto se compiuti dai potenti di turno. Missione della Chiesa cattolica è convertire il mondo alla corretta interpretazione delle Sacre Scritture e il libero arbitrio degli uomini è contro questa missione. Non c’è maggior peccato contro Dio della disubbidienza alla Chiesa cattolica.
Nel libro ci sono molte parti che attingono alla storia contemporanea, anche dei nostri giorni, per illuminare questo percorso degli italiani.
Rea non si limita alla documentazione storica che conosciamo, ma illumina i suoi ragionamenti prendendo in mano anche alcuni personaggi che hanno fatto la storia culturale del nostro paese. Particolarmente efficace è la requisitoria, chiaramente immaginaria, che l’Inquisizione pronuncia contro il Caravaggio, accusato di non rappresentare nelle sue sconvolgenti ricostruzioni pittoriche il decoro formale e la dignità sostanziale che la Chiesa e i santi richiedono anche nella pittura. Per carità, niente da dire contro la grande capacità artistica del Caravaggio! Lo stesso Inquisitore è ammaliato dalla potenza pittorica delle figure rappresentate. Ma esse possono sconvolgere gli animi, far pensare a qualche persona che la parola della Chiesa non sia tutta la verità e quindi minarne il potere e l’indiscutibile primato nell’indicare la via maestra.
Nelle quindici pagine del monologo dell’Inquisitore viene ribadito che fuori dalla verità dichiarata dal Papa della Chiesa di Roma non c’è salvezza possibile e il mancato riconoscimento di questo dato deve comportare la necessaria punizione dell’empio. Naturalmente, la punizione deve essere esemplare, in modo che colpisca i cuori e le menti degli altri fedeli, rendendoli consci di cosa aspetta loro in caso di disubbidienza.
Nemmeno un grande pittore come Caravaggio può derogare da questo imperativo e i suoi dipinti vengono visti e interpretati minuziosamente alla luce di questo potere assoluto della Chiesa di Roma. Basterebbe questa ricostruzione immaginaria di Rea per rendere il libro degno di un’attenta lettura, per riuscire a ricostruire come la nostra attuale forma mentale si sia costruita e sedimentata nel corso degli ultimi quattro secoli.
Per non diventare disobbedienti alla Chiesa di Roma siamo quindi destinati a rimanere obbedienti? Il quesito, apparentemente banale, è stato ripreso e largamente dibattuto anche all’interno della Chiesa, basta pensare a Don Milani.
Non credo nemmeno sia sufficiente guardare al mondo delle Chiese riformate per trovare una risposta soddisfacente. Mi è capitato pochi giorni fa di leggere un’intervista a un vescovo della Chiesa d’Inghilterra, che è passato recentemente tra le fila dei cattolici rinnegando la sua predente appartenenza. La cosa che più mi ha colpito è la mancanza di contrapposizioni dottrinali e la ricerca, invece, della ritualità cattolica che affascina ancora.
Ma Rea non poteva ancora conoscere questa cosa. In attesa di capirci qualcosa, potrebbe essere salvifico come cittadini responsabili attingere alla ragione e alla fede della propria coscienza?
“La fabbrica dell’obbedienza” di Ermanno Rea- pagg. 220- € 16,00-Feltrinelli 2011