Vicino a Gherardo

Giorni presenta con chiarezza ciò che prova e i vari stati d’animo che lo attraversano nell’affrontare il decorso della sua malattia. A riprova di questo, esprime il concetto che”quando uno si manifesta malato, gravemente malato, perde subito qualsiasi ruolo, ed è giusto che assuma quello di malato perché questo allora gli compete”.
Da questa considerazione mi pare che poi scaturiscano anche le possibili scelte che gli pare di poter proporre alla sua giovane paziente, a cominciare dall’ipotesi di passare da un rapporto asimmetrico ad uno simmetrico.
Io non credo semplicemente che sia giusta la premessa, in altre parole che lo stato di malattia, anche grave, faccia perdere il proprio ruolo.
Capisco che Giorni voglia sentirsi curato e voglia smettere di svolgere il ruolo di curante in questa fase della sua vita, ma perché fare questo con la sua giovane paziente?
Solo perché si dimostra premurosa e interessata alla sua salute?
Non ci possano essere altre persone vicine con cui si realizzi quello scambio simmetrico che lui auspica, da malato a malato?
Dallo scambio che viene riportato non mi sembra che la paziente gli chieda di cambiare ruolo con lei, gli chiede solo se lui si sente bene e in grado di funzionare come prima nel ruolo di curante.
Forse Giorni ha altre ragioni che io non ho capito nel suo scritto, umanamente capisco anche l’affetto che può avere per la paziente che gli manifesta tanta vicinanza, ma arrivo solo a questo.

Un’ultima considerazione: ma Giorni è sicuro che alla paziente farebbe bene questo cambiamento di ruolo?

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