Oltre il tempo

Oltre il tempo

(A Marcella)

Ciò che uscì
Dall’acqua se lo portò
Via il vento
Senza che i suoi occhi sorridessero.
Senza sorpresa o spavento
Dondolando su un tronco di leccio
Spazzolando i denti con un filo di spiga
Aspetta che la solitudine
Faccia il suo effetto
Mostri i suoi baffi azzurri
Un seno cadente
Un capello bianco
Un corno capovolto.

Vestita di nulla
Abitata dai millenni futuri
Quelli che la polvere
Dei miei ormoni
Hanno cosparso nell’incontro
Col tuo cuore.
Tutto è stato fecondato.
Sono fecondate le tue ciglia
I tuoi occhi
Le tue unghie
I tuoi seni
Le tue gambe e i tuoi piedi.
Solo il ventre non accoglie
Il mie seme eterno e immacolato di vita.
Il mio amore
Che da allora traslucida
Nei tuoi occhi durante i sogni
E porta incenerita lai tuoi piedi
La mia parola sussurrata.

Dentro la mia anima c’è differenza nel fare l’amore.
Io sostengo, affermo e rivendico
Che si possiedono
Solo i corpi
Mentre io non ho
Un organo genitale
Ma un tronco di ginepro
Storpio e profumato dal tempo
Che riempie le cavità del mio cuore.
Tu ami il mio cuore?
No, ami il mio amore
Come si può amare l’ultima fibra a cui appendersi
Per oltrepassare il fiume dell’esistenza.
Tu ami la mia voce
Perché è l’ultimo soffio
Di maestrale che attraversa i tuoi capelli e il tuo seno.
Giochi, anima mia, col rumore
Dei sassi che risalgono dal mare profondo
Per darti l’omaggio del mondo non ancora nato
Della conchiglia perlacea che nasconde
Il suo tesoro sotto un’alga bruna,
Come sabbia portata nelle unghie
Come il desiderio
Appeso nell’anticamera
del mio nido.

Mi amerai come si amano
Le antiche ombre
Dei nostri figli defunti
E dei nostri antenati mai nati.
Come le rose canine
Che schiudono i petali
Solo al bacio dell’ape,
Come i raggi dei miei occhi
Che perforano le tua essenza di donna.

Mi amerai,
E’ scritto nella storia del creato
Che deve nascere.
Mi amerai,
Come il soffio celeste
Che accarezza i tuoi capezzoli
E accoglie il miele dell’acero.
Mi amerai,
Come ti amo io
Senza tempo e senza spazio
Nell’eternità del mantra cosmico
Da cui proveniamo.

Nel tuo nome
Si compie il rito
Purificatore della nascita.
Dea senza sguardi languidi,
Senza voce vitrea,
Senza mani prensili,
Senza pose decomposte.
Solo il mio alito eterno
Che scalda i labirinti del tuo cuore
Appassionato
Furente
Divampante
Cosmico.

Una lacrima solitaria, solo una, è scesa
All’angolo della bocca,
Raccolta in attesa di un soffio di speranza.
Tutto si svolge dentro
Le cateratte della storia,
All’interno del cuore
Quando la mia voce carezzevole
Perfora le membrane della paura
E i ventricoli invasi dal sangue infuocato
Che ha acceso il Rio Leni,
Il fratello della mia alba sarda
Che sgorga acqua e sangue
Che il vincolo perenne scrisse
Nelle mie ossa.
Sangue e acqua, fratelli!
Con lecci e sugheri
Mirto e corbezzolo
Lentischio e cisto
Fratelli di sangue e d’acqua celeste,
Latte di nettare sardo
Con cui fui battezzato a te.
Non un nome, il nome
Su cui stampo l’idioma dell’eternità.
Noi possiamo solamente amarci
All’ombra dei ciclamini,
Terra nella terra che
Ci ha generato.
La terra accoglie i solchi del granito
E il suono afono del tuo pianto,
Come il rosmarino che cresce all’angolo
Delle miniere abbandonate,
Il suono magico del pianoforte di Einaudi
O la semplice fragranza del tocco della tua mano.

L’incendio della terra
E’ il mio coraggio
Che divampa oltre ogni apocalisse.
Nessuna forza oltre il mio Dio
Può trattenermi dall’oltrepassare
I gradini sconnessi dell’esistenza.
Io ti amo mentre dormi e dormo mentre
Suona il vento delle mie parole.
Ti amo di un amore umano
Che nasce nella mia preistoria di essere.
Fui io il primo uomo che ti vide
Vestita di una tunica di biancospino
Dentro un diamante levigato,
Bianca come la luna del gennaio sardo
O l’aurora boreale che appare nei nuraghi.
Ti ho visto durante tutte le stagioni,
Nel regno impossibile della certezza
Nel gioco e nel regno della vanità
Nel mercato del sapere perso.
E ti amo lo stesso,
Come si amano i fiori nati per i miei occhi
Come si amano le orme dei sentieri del Linas
Come si ama il vento che accoglie
La mia essenza di uomo.

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