Noi non sapevamo

Qualcuno ci ha detto che non sapevamo parlare. Quando sono andato a scuola per la prima volta, nel 1956, era proibito parlare nell’unica lingua che conoscevo, il dialetto campidanese. Questo si parlava a casa mia, non l’italiano, che era a malapena conosciuto dai miei genitori, mai andati a scuola.

Ho cominciato a conoscere l’italiano a scuola e a perdere lentamente la mia lingua natia. L’emigrazione ha contribuito non poco a nascondere questo bene primario che è la lingua natia.

Comincia con il problema della lingua sarda, e poi si inoltra nel problema del turismo, dell’industria, delle basi militari e dell’ambiente il bel libro ultimo di Bachisio Bandinu.

“Noi non sapevamo”. E’ vero, non sapevamo, io non sapevo ed il sapere è stato una conquista spesso dolorosa, ed anche tardiva. Oggi so di quante terribili conseguenze per tutti noi è stato il non sapere, quali condizioni di sottosviluppo umano, economico e sociale ci portiamo dietro per la nostra ignoranza e per le scelte scellerate di politica culturale ed economica delle classi dirigenti, tutte complici e conniventi, di questo paese. Le classi dirigenti sarde non lo sono state di meno, barattando un effimero sviluppo industriale catastrofico per l’unica nostra immensa risorsa, quella ambientale. Quello sviluppo è durato pochi anni, ed ancora oggi troneggiano nel paesaggio quelle cattedrali arrugginite. Nel frattempo non è nato nessun sviluppo alternativo, se non in piccolissimi nuclei che resistono alle barbarie contemporanee.

Bachisio Bandinu ci ricorda tutto questo nel suo bellissimo libro. Spero sia di larga diffusione e dibattito, e poi di azione per tutti coloro che  credono che un’altra cultura, un’altra economia, un’altra società  sia possibile.

 

Bachisio Bandinu—“Noi non sapevamo”- Edizioni Il Maestrale- 2016

Lascia un commento