Il manicomio chimico

Nella proliferazione spesso esagerata di manuali e pubblicazioni al servizio dei lettori più attenti alla sofferenza umana, s’inserisce questo libro di Piero Cipriano.
Una vera perla, pur senza lodarlo troppo.
Uno psichiatra basagliano dei giorni nostri, che attraversa tutte le contraddizioni che affliggono chiunque si occupi di malati mentali.
Oggi il manicomio non è più costituito da muri, fasce di contenzione, sbarre alle finestre, ma è diventato astratto, invisibile.
Si è trasferito direttamente nella testa, nelle vie neurotrasmettitoriali che regolano i pensieri.
Il vero manicomio, oggi, sono gli psicofarmaci.
Siamo oltretutto assistendo a una vera e propria mutazione antropologica: agli psichiatri, e alle case farmaceutiche, non bastano più i malati da curare, ma servono anche i sani.
Lutto, tristezza, rabbia, timidezza, disattenzione non sono stati d’animo fisiologici, ma patologie da curare con il farmaco adatto.
Cipriano sottopone a una critica severa i principali dogmi della psichiatria moderna: a cominciare dalla diagnosi, in altre parole l’urgenza burocratica di considerare malattia qualunque disagio psichico, cui segue l’immancabile prescrizione di un farmaco.
E quando i farmaci non sono sufficienti, ritorna l’uso nascosto delle fasce e dell’elettrochoc.
E’ questo il nuovo manicomio, meno appariscente, più discreto, in cui diagnosi e psicofarmaci dominano la scena.

Il manicomio chimico- cronache di uno psichiatra riluttante- di Piero Cipriano- elèuthera 2015

2 thoughts on “Il manicomio chimico”

  1. Pingback: Google
  2. Pingback: Google

Lascia un commento