Villacidro

VILLACIDRO
a Marco

Arrivo alla tua sorgente, a Monti Mannu,
Camminando nel tuo occhio stellare,
Le strade corrose del tempo.
D’improvviso i bambini sbucano
Correndo gioiosi fra tremuli oleandri
Che spuntano nel fango
Portato dal fiume assonnato.

Quando torno
Germinando ricorsi e tempo
Trovo ancora l’ora più dolce,
Incontri d’amore
Che rubano i pochi pensieri
E le mie mani stringono
La febbre del sole,
Masticando la rosa scarlatta del timo.

Quando muore la sera,
Nasce un piccolo e metafisico
Sacerdote che canta
Nenie alla luna, alle stelle e al sonno.
La tua ombra
Mi appartiene.
Cavalco i tuoi occhi.
Aspetto il passaggio
Della mia infanzia che scende rotolando
Dal tempio astrale
Dei boschi e delle miniere.

Ecco.Un fiocco
Di luce
E i suoi petali violati
Si schiudono.
Tulipani?No, orchidee di sbarre
Che offrono il loro frantumarsi
Perché tu sia viva.
Dopo lo spazio
L’alba s’è aperta.
“Palo, Anna, Palo, Anna, Paloooo!”
E precipita nel creato,
Nella verde vita
Che gli hai donato.
Cos’altro?Tu e noi.
“Vedi”?Ecco.

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